La festa in maschera preferita da grandi e piccini è alle porte! Si, stiamo parlando della festa più colorata del calendario, piena di coriandoli, carri, colori, maschere, costumi e allegria: il Carnevale! Quali sono, però, le origini di questa festa e perché si festeggia?
La festa di carnevale ha sia origini pagane che origini cristiane e viene festeggiata proprio il giorno prima dell’inizio della Quaresima. Tale periodo, secondo la tradizione cristiana, prevede che non si consumi la carne. Ed è anche per questo che la parola “carnevale”, deriva proprio dal latino “carnem levare”, vale a dire “eliminare la carne“.
Secondo svariate testimonianze storiche, però, il carnevale si festeggiava già durante l’VIII secolo d.c., in concomitanza con i saturnali, un ciclo di festività che fanno parte della religione romana, durante il quale si praticavano scambi di ruoli e camuffamenti dell’identità, creando quello che si potrebbe definire sovvertimento degli ordini sociali e delle gerarchie presenti all’epoca. Da questa antica tradizione, infatti, sembrerebbe esser nato l’uso delle maschere, tradizione presente ancora oggi durante questo periodo di festa.
Il periodo del carnevale, secondo la tradizione, si colloca nel lasso di tempo che va tra l’Epifania e il giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri, vale a dire il Martedì Grasso. Quest’ultimo giorno, rappresenta la fine di carnevale, ed è considerato il giorno del banchetto, ovvero quello in cui si fa una scorpacciata di cibo e dolci prima del periodo della Quaresima, vale a dire i 40 giorni che precedono la Pasqua.
In ogni regione d’Italia il Carnevale ha le sue tradizioni e anche la Basilicata non è da meno. La tradizione del Carnevale in Basilicata è caratterizzata dal suono cupo dei campanacci, dalle maschere che assumono forme singolari e particolari, con rievocazioni che rimandano alla transumanza e che si contraddistinguono.
Si parla di “carnevali antropologici e antropomorfi” della tradizione lucana, in quanto predominano i colori, i suoni e le danze che pervadono i vari borghi lucani trasformandoli nei teatri di goliardia e del divertimento, andando a riproporre i miti delle origini e delle antiche leggende, che caratterizzano personaggi protagonisti del mondo naturale e anche di quello di origine animale.
Il Carnevale di Montescaglioso – un bellissimo luogo di cui vi abbiamo parlato in un nostro precedente articolo e che vi consigliamo assolutamente di andare a leggere – è caratterizzato da una sorta di doppia anima, che si svela proprio durante il Carnevale Tradizionale e nel periodo del Carnevale Montese, che è tra i più noti e antichi organizzati nella regione.
Il giorno del Martedì Grasso, solitamente, va in scena il cosiddetto “Carnevalone Tradizionale” che, già dalle prime luci dell’alba, vede iniziare la sfilata lungo le vie del paese con gruppi che sono mascherati e che suonano campanacci. Si tratta di figure cariche di simbolismo che prestano il loro volto, soprattutto tra i giovani montesi.
I personaggi tipici che vengono raffigurati durante la manifestazione si distinguono in: il Carnevalone, la moglie Quaremma, che porta in braccio un pupazzo in fasce, il Carnevalicchio, sempre vestito di bianco in contrapposizione alla madre e che rappresenta il simbolo del nuovo, ed infine “U’ Fus’”, vale a dire la personificazione della “Parca romana”, una figura mitologica che soprassiede al destino dell’uomo.
Gli abiti che vengono indossati dai diversi personaggi sono realizzati con materiali quali carta, cartoni e stoffe di vestiti che non vengono più utilizzati. Si potrebbe dire che il Carnevale di Montescaglioso è un carnevale “povero”, inteso come volto al riciclo di tutto e che nasce dalla cultura dei massari e dei braccianti.
Nei vari percorsi delle strade del paese, le maschere si riconoscono proprio per i loro colori e la loro sfrontatezza, in quanto tendono la mano ed esigono anche la più piccola moneta, senza mai rifiutare dolci e/o vino.
La domenica che precede il Martedì Grasso (e anche lo stesso giorno del Martedì Grasso) è la volta del cosiddetto “Carnevale Montese” caratterizzato da una sfilata fatta di imponenti carri allegorici che si sono ispirati alla satira e ai fatti sociali che caratterizzano quel determinato momento. Durante l’autunno, vi sono i maestri cartapestai del posto che disegnano le loro bozze dei carri che dominano la scena. Si tratta, quindi, di uno spettacolo vero e proprio tutto da vivere!
Il carnevale di Tricarico è caratterizzato dalle maschere di animali come mucche e tori, i quali rappresentano una mandria durante la fase della transumanza e si tratta di una delle manifestazioni più importanti della Basilicata.
È una manifestazione molto particolare, durante la quale le figure delle “mucche” e dei “tori” sono impersonate da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne). Essi devono proprio mimare l’andatura e i movimenti compresi degli animali, oltre che le “prove di monta” dei tori sulle mucche. La rappresentazione non viene svincolata dalla realtà contemporanea, in quanto Tricarico si trova su una via di transumanza dove le mandrie, ancora oggi, attraversano questa zona e il luogo.
Per ciò che riguarda le caratteristiche della maschera da mucca, essa è costituita da un cappello a falda larga che è coperto da un foulard e da un velo, che si trova riccamente decorato con dei lunghi nastri multicolori, i quali scendono e poggiano fino ad arrivare alle caviglie. La calzamaglia che viene indossata (in alternativa anche una semplice maglia e mutandoni di lana) è anch’essa decorata con dei nastri o dei foulards caratterizzati da colori molto sgargianti che si trovano al collo, sui fianchi, sulle braccia anche sulle gambe.
La maschera del toro, invece, è identica nella composizione, ma si contraddistingue proprio per essere completamente nera con alcuni nastri che sono di colore rosso. Ogni maschera è caratterizzata e si completa con un campanaccio, il quale è diverso sia nella forma sia nel suono, a seconda che si tratti di mucche oppure di tori.
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